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Se Una Parola Non Basta, Cento…
di Leonardo Anfolsi Reiyo Zenji
Quando ho cercato di spiegare qualcosa del modo di intendere la Via o, se vuoi, di come disporsi verso la conoscenza o, se preferisci, di come non cercare l'illuminazione pur addestrandosi... ho presto capito che
se una parola non basta cento sono inutili.
...E cento sono ben poche, vorrebbe dire parlare per un minuto al massimo... Ma sono già troppe. Perchè il pericolo più grave è cercare di far volare le tartarughe: siamo tutte aquile, potenzialmente, ma quella attitudine che lega questa potenzialità alla vita quotidiana è davvero molto, molto rara.
Eppure sembra strano il fatto che certi individui davvero molto dotati siano ad un passo dall'illuminazione (per non dire che sono già "questo") ma non capiscano di Ciò magari solo un frammento, e che a causa di ciò non possano viverne la piena realtà ! Che follia !
Ma la realtà non è che gli manca un "frammento", quanto piuttosto è che hanno deciso di bloccare questa loro innata radianza con un ripensamento. La realtà non ha frammenti né ripensamenti.
Ci pensi ? Sarebbe come se di colpo una casalinga non sapesse di
essere più
una casalinga o un soldato non sapesse più di essere un soldato...
Com'è
possibile ?
eppure il ripensamento a riguardo della propria libertà sembra
d'obbligo, in
particolare se proviamo imbarazzo.
Cosa ha a che fare questo ripensamento con il risveglio ?
E' una disfunzione dei chakra ? La caduta di un angelo ? Se fosse
così
potremmo porvi rimedio...
Ma in verità è tutto più semplice, si tratta solo di comprensione verso
l'insegnamento e chi lo impartisce, si tratta di fiducia capace di
risonanza, di disporsi come diapason nei confronti del Dharma: il che
non è
un atteggiamento acritico ma... illuminato.
Il punto è che se al posto di questo ci sono altre cose umanissime ma
non
funzionali non succede nulla. Per questo io stimolo tutti ad una "ordalia",
cioè ad una prova continua !
Chiunque può leggere i libri su Gurdjieff, sul Tantra o sullo Zen ma da
qui
a essere capace di un vero sforzo bisogna imparare proprio la
differenza fra
quella "illuminazione che c'è già" e il comune smarrimento del cuore
che va
vinto con incrollabile ferocia...
Ferocia verso la nostra debolezza, non verso di noi, verso i tempi o verso altri...
Ma se uno sguardo non basta, cento gesti sono inutili e le parole...
Beh, le parole...